FASE 1: Race, milieu, moment : il contesto organico
Settima tappa: Valle d'Aosta, Chamois, 1.815 m .s.l.m.
Si può accedere a Chamois unicamente grazie a una funivia che si inerpica per 700 metri lungo il ripido fronte della montagna. Dopo l'ultima corsa serale delle 22:25, Chamois rimane completamente isolata. Per me è stato un sollievo arrivare in questo luogo sperduto, silenziosissimo e senza macchine dopo oltre 2.500 chilometri, gran parte dei quali percorsi in automobile. Massimo non è un agricoltore e non lo è mai stato. Non è nemmeno nativo di Chamois, ma il legame con la sua terra adottiva e le difficoltà che ha affrontato per farsi accettare da una comunità così ristretta (93 abitanti) e, per certi aspetti, così chiusa, mi hanno fatto sembrare la sua storia molto interessante. La maggior parte delle persone sviluppano un legame forte con il luogo dove sono nate, le radici che Massimo ha messo a Chamois invece, sono state il frutto di una lunga ricerca del luogo ideale nel quale vivere: una volta trovato, il legame è diventato indissolubile. Massimo mi ha ricordato per molti aspetti Gaetano, che avevo appena incontrato nella precedente tappa di Torino: anche lui è abilissimo in molte cose pratiche e progettuali e ha sviluppato una forte inclinazione per l'indipendenza dagli altri: è in tutto e per tutto un autarchico, anche se non si vanta certo di esserlo. Della sua casa, realizzata in impeccabile stile valdostano, Massimo ha costruito praticamente tutto, malgrado però sia bella, spaziosa e confortevolissima, ha scelto di vivere sotto di essa, in ambienti scavati nel terreno, dove, a detta sua, la temperatura è costante tutto l'anno e il dispendio energetico è ridotto al minimo. Questa specie di "casa sotto la casa" è organizzata come una barca a vela o un aereo: ogni spazio e sfruttato al massimo e lo spreco non è contemplato. La "casa sopra la casa" invece è riservata ad amici e parenti, che ogni tanto lo vengono a travare; il fatto che, senza averlo mai incontrato prima, mi abbia ospitato proprio lì, è stato per me un grande onore. Sono arrivato a Chamois di sabato, il cielo era coperto e faceva freddo, ma il giorno successivo c'era il sole e Massimo mi ha accompagnato in uno dei trekking più belli della mia vita.
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