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Paesaggi minimi
2017
Nei quadri di questa serie, il paesaggio non è rappresentato ma solo evocato, ridotto ai suoi minimi termini attraverso un procedimento più simile alla fotografia che alla pittura. Le immagini delle città sono “trasferite” su una lastra di piombo attraverso un procedimento di contatto diretto dei mattoni trattati con un particolare tipo di acido. Proprio come nel processo fotografico, il tempo di esposizione della lastra di piombo ai mattoni trattati, determina il tipo e la forma dell’immagine, una sorta di impronta, o ricordo, sulla superficie del metallo che genera immagini evanescenti di città sospese, evaporate, sull’orlo della dissoluzione e della scomparsa. Uno strato di materiale vetroso steso alla fine del processo “congela” l’immagine e la rende stabile.
         
Paesaggi minimi, 2017, tecnica mista su piombo, 50 x 50 cm        
         
     
         
     
 
       
 
 
 
 
 
layers
2009
The panels of the series Layers represent anonymous existences which, sliding on parallel planes,
have no possibility of contact, while an ideal point of intersection is possible only in
perception of the work by the viewer.
The "parallel planes of existence" are symbolized by a few sheets of plexiglass on the superimposed
which are printed portraits of ordinary people. The different plans, so stacked, they play in
transparency with the background painting on which cast shadows and reflections. The reflective material allows a continuous recontextualization of Plexiglas panel that changes depending on the location of the ambient light and where it is exposed, as if to challenge the static nature of the framework for appropriate intervention. Besides there are "pieces of the city": steel, concrete, rusty iron, asphalt.
Layers, 2009, tecnica mista su legno, 100x170