NON AVRAI ALTRO DIO FUORI DI ME
2019
L’opera “Non avrai altro Dio fuori di me" è un lavoro sul conflitto tra i popoli, uno dei più sanguinosi della storia: la conquista del Nuovo mondo. Nella parola “Nuovo” sta tutto il portato unilaterale della visione di quella storia, che, come sempre accade, è scritta dai vincitori.
Il Museo, inteso come Istituzione che ha lo scopo precipuo di conservare la memoria del passato attraverso i beni che formano la sua collezione, spesso omette di ricordare fatti storici difficili da affrontare in quanto considerati “imbarazzanti” per l’identità che un’Istituzione o un paese cerca di costruire e di comunicare. L’opera “Non avrai altro Dio fuori di me” cerca, all’interno del contenitore Museo così concepito, di attirare l’attenzione sull’”altra storia”, su quella meno piacevole da evocare per i vincitori, ma non per questa meno vera e meno degna di essere ricordata. A fianco dei fucili e delle armature lucenti, conservate nel Museo, l’opera “Non avrai altro Dio fuori di me” colloca le “altre armi” (forse anche le più efficaci) che sancirono la vittoria schiacciante del Vecchio mondo sul Nuovo: i virus e i batteri che gli europei portarono con loro, vere e proprie armi batteriologiche di sterminio di massa, usate a volte consapevolmente contro i nativi come, ad esempio, sembrerebbero testimoniare le ceste di coperte infette inviate dagli inglesi alle tribù Delaware durante la guerra franco-indiana.
Si stima che furono tra i 50 e i 100 milioni i nativi morti a causa dei colonizzatori, un olocausto che non ha pari nell’intera storia umana. Tutto questo fu compiuto in nome di Dio.
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